Se i tuoi amici non ti sopportano perchè continui a citare frasi tratte da film...sei un MOVIE JUNKIE.
Se il dilemma della giornata è che film guardare o riguardare...sei un MOVIE JUNKIE.
Se metti da parte i soldi per andare al cinema ripetute volte...sei un MOVIE JUNKIE.
Se passi la notte in bianco per guardare gli Oscar..sei un MOVIE JUNKIE.
Se l'unico passo della Bibbia che conosci è Ezechiele 25:17...sei un MOVIE JUNKIE.
Se sei stufo di prestare dvd ma non riesci a farne a meno "per diffondere il buon cinema"....sei un irrecuperabile MOVIE JUNKIE.

domenica 6 luglio 2014

Riflessioni di celluloide: La mia classe

Scusate l'assenza, la vostra Movie Junkie si è dovuta astenere per un periodo causa concerto dei Rolling Stones e tatuaggio fresco fresco...ma eccomi ritornata, pronta per introdurre un nuovo topic: voglio condividere con voi alcuni film che mi hanno fatto riflettere, in un modo o nell'altro, su questioni inerenti le problematiche che ci circondano. Di film che trattano tematiche di attualità se ne sfornano continuamente, io cercherò di proporvi i titoli che mi hanno colpito, sia per il registro stilistico che sotto l'aspetto emotivo...spero di non cadere nella banalità e di invogliarvi a scoprire qualche pellicola che talvolta può essere passata in sordina ;) 


Titolo: La mia classe
Regia: Daniele Gaglianone
Cast: Valerio Mastandrea
Anno:2013



Un gruppo di immigrati extracomunitari assiste entusiasta alle lezioni del corso di italiano, dove hanno la possibilità di aprirsi davanti alla classe e al maestro raccontando esperienze, pensieri e incertezze. Una classe particolare, diversa, non solo per l’età adulta e la provenienza degli alunni, ma per il fatto che ciò a cui si assiste è una finta lezione all’interno di un set cinematografico. L’intento è quello di girare un finto-documentario; come da routine, compaiono in campo il regista Daniele Gaglianone, i fonici e si ripetono alcune scene nel making of. Il maestro-attore Valerio Mastandrea impersonifica i valori di un professore equo e comprensivo di fronte alle difficili situazioni degli immigrati. Ci si chiede, però, fino a che punto si rimanga dentro le barriere della finzione; gli attori-studenti parlano liberamente, scherzano e si commuovono, condividono con la telecamera un pezzetto della loro vita, portando il film ad una dimensione reale. Ma quando scade il permesso di soggiorno di uno degli studenti extracomunitari, obbligandolo  all’espatrio, la continuazione delle riprese viene sconvolta e viene messa in discussione la credibilità del progetto stesso.

La mia classe di Gaglianone si potrebbe definire come un “esperimento sociale”, un tentativo di rappresentare la doppia faccia del discusso tema dell’integrazione. Il registro naturale e diretto cattura e rende partecipe lo spettatore in questo film coraggioso e spiazzante, che lascia spazio ad una riflessione: a volte la realtà è talmente cinica da superare la finzione.


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