Eccomi qui a scrivere purtroppo il mio ultimo articolo per
quest’ anno, aimè il lavoro mi terrà a lungo lontano dalla terra ferma e i
pochi accessi nel web saranno per motivi di lavoro,ma ridiamoci su!
Di film “ comici “ ce ne sono a bizzeffe, molti grotteschi,
molti squallidi e secondo me assai pochi veramente divertenti senza cadere
nella volgarità banale e nei soliti sketch.
Non fraintendetemi anch’ io mi son fatto qualche sana risata
con film della serie Scary movie, ma le “ porcate “ simili me le sono
volutamente lasciate scappare, evitando come la morte anche la maggior parte
dei film italiani appartenenti al genere.
Non amo quando si fa un abuso di brutte parole o soliti e stra
usati riferimenti al sesso, di far battute così siam capaci tutti e da un film
che dovrebbe farmi ridere mi aspetto ben di più.
Per citarvi un quello che piace a me vi faccio presenti
subito titoli come “ Hot Shot 2 “ i film
di Mel Brooks, “ Riposseduta “ col grande Nielsen e una ritrovata Linda Blair(
sempre nei panni dell’indemoniata )e poi per citare anche qualcosa di nostrano “
Amici miei atto I, II, III ”.
Una comicità genuina, spesso parodica, con dei dettagli che
delle volte si notano solo dopo alcune visioni della pellicola, ci si affeziona
anche ai personaggi ( come ad esempio il tenete Frank Drebin ).
I personaggi di film come questi( senza citare le vere
pietre miliari come Frankenstein Junior, Robin hood un uomo in calza maglia e
via dicendo) passeranno, anzi sono già passati alla storia.
Nei nuovi film c’è qualcosa del genere? Io non credo ma
smentitemi almeno questa volta ;)
Oneiros vi saluta, vi augura una bella estate e una sana
visione di film come dio comanda!
Titolo: Maps To The Stars Regia: David Cronenberg Cast: Julianne Moore, Mia Wasikowska, John Cusack, Robert Pattinson Anno: 2014
Ciao Movie Junkies! Conoscete già la mia ossessione per David Cronenberg, probabilmente vi aspetterete quindi una recensione di parte per difendere a spada tratta quel folle genio. Speravo anch'io di scrivere qualcosa di realmente positivo, la mia intenzione era proprio quella di guardare oltre le immagini e cercare il significato "profondo" della pellicola Maps To The Stars....purtroppo non ci sono del tutto riuscita, forse per qualche mio limite o, mi dispiace dirlo, per qualche incidente di percorso accaduto al mio amato Cronenberg. Solitamente ci vuole comunque un po' per metabolizzare l'arte del regista canadese, ma la sensazione che rimane (personalmente parlando) lascia sempre quel retrogusto riflessivo tra il marcio, il surreale e l'attuale....almeno questo è quello che mi ha trasmesso fino a Maps To The Stars.
La famiglia Weiss è il ritratto della lussuosa vita Hollywoodiana; Benjie, il figlio, è una baby-star di successo, sotenuto dall'ambiziosa madre e da un'anziana agente senza scrupoli. Il padre, Stafford, è uno psicologo che propina metodi terapeutici discutibili, divenuto ormai una celebrità grazie alla televisiva filosofia dell'auto-aiuto. Ma una famiglia che sui tabloid sembra perfetta, è macchiata nell'intimità; l'infanzia di Benjie è segnata non solo da guadagni a sei zeri, ma da dipendenze e rehab, che rischiano di compromettere le riprese del protettente sequel di Bad Babysitter, blockbuster alla "Disney Channel" che ha consacrato il ragazzino.
Fin qui la critica sembra fin troppo palpabile; Cronenberg attacca lo star system, mostrando la semplicità e con la quale agenti, genitori e produttori buttano carne fresca sulla gabbia dei leoni, purchè questa prometta sempre più quattrini. Argomento trito e ritrito nel mondo della celluloide, si sa, ma con l'occhio di Cronenberg l'argomento si può sviluppare in modo originale e le premesse ci sarebbero. L'attenzione si focalizza infatti anche su frammenti di un'altra vita "vacua", parallela in qualche modo a quella della famiglia Weiss: Havana Segrand, attrice in declino alla ricerca della ribalta nel tentativo di interpretare il remake del film che consacrò la famosissima madre, morta in un incendio. Per quanto Havana ci provi, il ruolo non è adatto a lei,e la cosa la ossessiona, portandola in un culmine di grottesche nevrosi fino ad esplodere in allucinazioni erotiche rappresentanti la divina figura materna. A questo già malsano cocktail losangelino si aggiunge l'arrivo di Agatha, l'instabile sorella di Benjie, precedentemente rinchiusa in un ospedale per problemi di piromania e desiderosa di ritornare al proprio nido, che riesce nel suo intento diventando l'assistente personale dell'ignara Havana. Le intenzioni della pellicola iniziano quindi a diventare confuse, mischiando differenti registri e oscillando tra una stravagante soap-opera e fenomeni paranormali. Agatha danza in modo inquietante con il sottofondo del padre ciarlatano in tv, si ossessiona con un misterioso autista di limousine e tenta di riavvicinare il fratellino, tormentato da strane visioni di bambini morti. Maps To The Stars prosegue con un climax di immagini forti, trattate con un occhio sarcastico ma che (forse volutamente) non sono in grado di toccare veramente lo spettatore. Il nuovo lavoro di Cronenberg ci lascia con molti interrogativi (i fantasmi del passato tormentano i protagonisti, l'abbiamo capito, e quindi?) e con poche certezze. Una di queste è la coscienza della piccolezza in questo microcosmo milionario e il conseguente ritrovamento della libertà solamente nell'autocombustione nel proprio ego, metaforicamente rappresentato dalla ricorrente citazione letteraria di Liberty di Paul Eluard.
Al di là all'opinione personale su quest'ultimo lavoro, però, bisogna dare un grande merito a David Cronenberg: il suo cinema non è mai statico e ogni suo lavoro continua ad essere imprevedibile (e a tratti ancora disturbante) dopo oltre 40 anni di carriera.
Appuntamento imperdibile quello di oggi, cinefili amanti dei b movies action e splatter...siete pronti a festeggiare il compleanno più tosto del 2014?! Non é un giorno qualunque infatti...sono 70 anni per il temerario Danny Trejo! Quando penso ad una veneranda età mi vengono in mente tranquillità, saggezza, bastoni e dentiere...ma con Mr. Trejo scordatevi tutto questo! Il suo passato è segnato da criminalità, droga e violenza. ..ma forse è stato proprio questo cammino tormentato ad averlo portato ad interpretare intensamente i ruoli cazzuti per i quale lo amiamo ;)
Ho avuto la fortuna di assistere al Red Carpet della premiere di Machete nel quale ha avuto luogo il "Danny Trejo Show", l'attore infatti ci ha conquistati sfilando in modo unico...nelle pose davanti ai riflettori si apriva infatti la giacca a modi Machete, ma al posto dei coltelli sfoggiava gioelli e tatuaggi un po' gangster, il tutto condito con eleganza e sorrisoni beffardi...come non amarlo? Io e I miei amici cinefili non ci risparmiamo ovviamente urla di approvazione stile "Machete u are so sexy! 20 hours waiting for u!" (il che era vero, visto che la passerella era a mezzanotte e noi ci appostiamo all'alba) e Danny nell'euforia si lancia su di noi, chiedendoci lui stesso di fare una foto insieme....un mito!
Poi Rodriguez ci invitò in sala dicendo I nostri nomi a Muller, ma questa é un'altra storia....
Tornando a noi, voglio ricordare questo 70enne fuori dal comune...colui che usa un intestino come corda, che non manda sms e che fa esplodere la sua testa sopra ad una tartaruga (come dimenticare la sua comparsa come Tortuga in Breaking Bad!)...Tanti Auguri Danny Trejo ;)
Quest’ oggi vi vogliamo parlare di una categoria che è come
una di quelle buste misteriose piene di giochi che si vendono in edicola, è
come in una scatola di cioccolatini, non sai mai quello che ti capita… i B
movie!
L’ispirazione aimè ci è venuta in seguito alla scomparsa del
povero Bob Hoskins morto di polmonite come il povero Leslie Nielsen ormai
quattro anni orsono.
Come si evince dalla sigla il B-movie altro non è che un
film di serie B, “ tirati su” con un budget basso, limitato e una qualità dubbia,
tutta via delle volte ne escono dei VERI E PROPRI CAPOLAVORI!!!.
Ne esistono in ogni genere filmico e per ogni “ palato”, più
riusciti o meno, ma tanti attraverso un “ astuto “ percorso arrivano a
soddisfarci. Molti son conosciuti per una loro derivazione, ad esempio, dal
mondo dei videogiochi come i conosciutissimi Supermario e Mortal Kombat, due
prodotti assolutamente non eccelsi ma di certo divertenti!
Poi arrivano quelle creazioni che invece diventano dei veri
e propri cult, non possiamo quindi non citare Corto Circuito e L’armata delle
Tenebre, dove nonostante dei budget non proprio “ piccini “ il risultato non è
certo quello che ci si potrebbe aspettare da un film di “ serie A ” tutta via
divertono, e ci lasciano dentro piacevoli sensazioni e ricordi nel tempo. Ne
seguono moolti e molti altri più di quanti ne abbiamo mai visti io e Lara!!!
Ci vengono in mente ancora Howard il papero, He man, Tuono
blu e poi…e poi…
Cari lettori la nostra memoria è un po’ labile, aiutateci
voi,menzionate qualche B Movie!
Oggi ho un pochino di tempo e allora trovo doveroso parlarvi
di uno dei miei cineamori più grandi, questo…
Eheheh bello vero?
Continuo un po’ sul filone col quale ho iniziato, quello “ orientaleggiante ” e perdonatemi il termine.
Non ho mai apprezzato tanto il vecchio Tom ma trovo che la sua interpretazione qui sia stratosferica, per non parlare poi di Ken Watanabe per me ancora più intenso e immenso dell’ ex top gun!
Per chi se lo fosse perso o se lo fosse lasciato scappare a posta( e mi chiedo come sia possibile ma in fondo i gusti son gusti) la storia gira attorno alla figura del capitano Nathan Algren, ufficiale di cavalleria nell’America del 1870 devastato dai sensi di colpa per aver sterminato una tribù indiana per rappresaglia, abbracciando così l alcol per cercare di dimenticare distruggendo così il suo corpo e la sua mente. Vivendo in costante declino campa come può pubblicizzando fucili finché un giorno gli arriva la proposta di addestrare l’esercito giapponese per far fronte alla minaccia dei samurai “ antioccidentali “ e…
NON INTENDO RACCONTARE OLTRE PERCHÉ OGNI PAROLA NON RENDEREBBE A PIENO LA MAGIA DI QUESTO CAPOLAVORO
Per tanto guadatevelo ^ ^
La fotografia, i costumi, i dialoghi, la storia e il suo
modo di essere raccontata, tutto è superlativo!
Si nota subito, fin dall’ inizio che si è davanti a un
prodotto filmico di un certo tipo, si parla di onore, si parla accettazione
della morte, del vivere a pieno (senza eccessi) si nota fin da subito come
antichità e tradizione cozzino con il moderno e l avvento della “
tecnologizzazione ” e sarà proprio questo ad accompagnarci dall’inizio alla
fine insieme all’ ovvia diversità tra le culture occidentali ed orientali.
Che dire io ve lo stra consiglio, guardatelo, assaporatene
ogni immagine e ogni parola, tutto l insieme vi farà cambiare modo di vedere
certe cose, o almeno lo spero ;-) BUONA VISIONE